Le prime testimonianze archeologiche riguardanti il vino risalgono alla preistoria. Si ritiene, infatti, che gli uomini primitivi raccogliessero uva selvatica per farla fermentare. In Asia minore sono state trovate le prime tracce di coltivazione, ma è in Egitto che c’è la certezza dei primi vitigni e della prima produzione.
Gli effetti del vino venivano già raccontati da Erodoto, quando descriveva lo stato inebriato delle persone durante le feste. Il vino veniva conservato in apposite giare, catalogate secondo l’anno di produzione. Il dio greco del vino, Dioniso, figlio di Zeus, sancirà perfino la sacralità dello stato di ubriachezza!
Il vino era ovviamente diffuso anche nell’Impero Romano, dove subiva un processo di ebollizione per prolungarne la conservazione. Anche il mulsum, un particolare vino con il miele, risale alla civiltà romana.
Dal Medioevo ai nostri giorni
Durante il Medio Evo si apporta un notevole miglioramento alle tecniche vinicole, grazie ai monaci benedettini e cistercensi. Nel Diciottesimo secolo vengono poi fatti ulteriori passi avanti sia nella tecnica di estrazione che di conservazione, come, ad esempio, la chiusura delle bottiglie con il tappo di sughero e la tecnologia relativa ai torchi. In questo periodo, la Francia si afferma come principale produttore, per la qualità dei vini provenienti dalle regioni del Bordeaux e della Champagne.