La viticoltura attuale si è dovuta confrontare con l’importante compito di perseguire una produzione sostenibile dal punto di vista del territorio. A parte l’accurata scelta dei vitigni, anche la tecnica dell’innesto ha permesso un’evoluzione e un miglioramento senza precedenti.
Gli scopi principali degli innesti sono propagazione della pianta, la protezione della produttività in viticoltura. Questa tecnica ha permesso anche, nel corso degli anni, di produrre viti più resistenti e forti, per preservarle dagli attacchi di parassiti e malattie.
Inoltre, l’innesto migliora la qualità dell’uva stessa. Come per tutte le altre piante, anche per l’innesto viticolo esistono momenti più indicati per effettuare questo tipo di operazione, come durante il cosiddetto riposo vegetativo (o fase fenologica), fra i mesi di ottobre e novembre.
Un temibile parassita: la filossera
Nel 1850, una vera catastrofe colpì tutta la produzione vinicola europea. Si trattava della filossera, un parassita della famiglia degli afidi, che per decenni avrebbe divorato le viti europee. La filossera fu debellata nel 1910, grazie ad un francese che pensò di innestare le viti europee sui ceppi di quelle americane. Solo un piccolo numero di vigneti ha resistito all’attacco di questo parassita: in Italia, si trovano in alta Val d’Aosta, in Campania e alla base dell’Etna in Sicilia.